al clero, monaci, alle suore e ai fedeli delle parrocchie dell'Esarcato-Arcivescovado delle parrocchie ortodosse di tradizione russa in Europa occidentale
Cari Padri, cari fratelli e sorelle in Cristo,
Stiamo già entrati nel periodo che prepara il Natale. La nascita di Dio nella carne è per i cristiani un momento cruciale nella storia della Salvezza. Dio ha rivelato ad Abramo, ha scelto un popolo, ha dato la sua Legge a Mosè, tutto questo al fine di completare la sua rivelazione in Cristo, che riassume e contemporaneamente inizia una nuova storia. Questo grande atto di Dio ha un solo scopo : l'uomo. Da Adamo, non ha mancato di allontanarsi da Dio, nel Nuovo Adamo, Cristo, si è ricollocato nell'amore, e finalmente trova la sua vera patria.
L'incarnazione del Figlio di Dio, per il cristiano la chiave per la sua fede. Senza incarnazione non c'è risurrezione nella carne. Senza incarnazione non c'è salvezza per l'uomo. “È per la nostra salvezza che è stato preso l'amore fino ad diventare umano e apparire in un corpo umano”, dice Atanasio di Alessandria. Questo Dio che si umilia, che diventa un servitore dell'umanità, ha un solo desiderio, una sola volontà, riportare l'uomo alla vera vita, restituendo all'uomo la speranza perduta, nell'amore in cui lo ha creato.
Conosciamo questo l'amore di Dio per noi e nonostante l'incarnazione del Verbo e la Parola costantemente ci allontaniamo da quella realtà, il Regno. Ci preoccupiamo della nostra posizione in questo mondo, del possesso di questo mondo, invece di rendere grazie e offrire la creazione, trasformata per il servizio dell'uomo, al suo creatore. Ci allontaniamo in un desiderio di potere e di distruzione. Noi stessi siamo sminuiti dalle passioni a cui non resistiamo, non vogliamo stare con Gesù per il Regno.
L'incarnazione del Verbo di Dio deve farci tornare sul sentiero che conduce alla vita. Senza Dio non c'è vita. Senza amore e senza pentimento non c'è vita. Senza Regno e senza speranza non c'è vita. Con l'incarnazione Dio non ha voluto solo mostrarsi. Il suo desiderio è quello di guarire la sofferenza e insegnare all'umanità. “Non sono venuto per i sani ma i malati”, dice Cristo. Ha voluto manifestare sposando totalmente la natura umana al fine di conformarsi ad essa.
E attraverso l'accettazione di questa partecipazione alla natura divina corruttibile siamo chiamati da Cristo all'immortalità, che è conferita nella risurrezione. Non è fuori dal corpo che la Parola di Dio ha assunto la morte, ma nel suo corpo : "Il Salvatore ha preso un corpo per trovare la morte nel corpo e per farla sparire", ha detto Atanasio di Alessandria.
È questo profondo mistero della Salvezza del genere umano nell'incarnazione che siamo chiamati a vivere in questo periodo del Natale di Cristo. Questo tempo dovrebbe metterci sulla via della conoscenza della rivelazione. Abbiamo bisogno di una forza speciale per scoprire ciò che fa la nostra identità cristiana. È in e attraverso il Cristo incarnato, morto e risorto, che ci definiamo agli occhi del mondo. A noi di vivere ogni giorno la novità del Vangelo e di realizzare al servizio degli uomini i doni del battesimo.
A tutti festa di Natale Santa, pace e gioia !
Arcivescovo JEAN di Charioupolis, Esarca Patriarcale delle parrocchie ortodosse di tradizione russa in Europa occidentale
Parigi, 25 dicembre 2016/7 Gennaio 2017